Il Bioterrorismo è un termine che comprende tutti gli attacchi terroristici che utilizzano agenti biologici, cioè microrganismi viventi, es virus e batteri.

Ma spesso Bioterrorismo viene utilizzato (in modo scorretto) per definire gli atti criminali portati a termine con i gas o con altre sostanze chimiche o radioattive. In questo caso, infatti, è più corretto parlare di guerra chimica o nucleare.

Purtroppo, già in passato virus e batteri sono stati impiegati come vere e proprie armi, per provocare danni alle popolazioni nemiche, basti pensare che un’esempio di guerra biologica rudimentale veniva fatta nel Medioevo, quando durante le battaglie si gettavano gli abiti dei malati di peste nei campi degli avversari.

Con il passar del tempo le strategie militari si sono sviluppate e la guerra biologica, quella che sfrutta virus e batteri è diventata una possibile minaccia, così come quella chimica, che si basa sull’uso di gas e di altre sostanze inorganiche.

Per creare armi chimiche, è necessario avere specifiche conoscenze in microbiologia e biotecnologia. Inoltre, un conto è riprodurre un germe, un altro discorso è produrne una quantità tale da poterlo usare per colpire molte persone.

Per esempio, per usare l’antrace per un attacco su una città con milioni di abitanti è necessario produrne quintali. Bisogna anche sottolineare che questi ordigni biologici non sono facili da trasportare. Hanno bisogno di condizioni particolari per essere conservati poiché sono molto sensibili alla temperatura, all’umidità.

Altro grande errore è affermare che virus e batteri sono le armi dei paesi poveri perché è poco costoso procurarseli. È bene ricordare, però, che produrli in grande quantità non è poi così semplice come può sembrare.

Dal 24 settembre l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha richiamato l’attenzione di tutti i governi sul rischio del bioterrorismo. È importante ricordare, però, che questo problema non è la prima volta che viene affrontato a livello internazionale.

Esistono molto accordi, tra cui una convenzione sulle armi biologiche del 1972 che verrà rivista a breve. Da un punto di vista esclusivamente sanitario, l’OMS sta valutando l’opportunità o meno di introdurre nuovi vaccini o di rimettere in produzione quelli già noti, di cui si è cessata la produzione, perché le malattie da cui proteggevano sembravano ormai sconfitte.

Ma cosa fare in caso di un attacco del genere?

In caso di esposizione ad agenti biologici, è necessario definire il tipo di attacco (virus, batteri o altro) effettuare al più presto la prima diagnosi, gestire quella avanzata, isolare i primi casi, in modo da bloccare la diffusione dell’infezione, curare subito i colpiti, fare profilassi, mentre appare sconveniente l’uso delle maschere antigas perché non servono a proteggere dagli agenti biologici e tanto meno radioattivi, ma funzionano solo nei confronti di alcuni gas.

Inoltre, non tutti i gas sono uguali, dunque, è improbabile che una maschera possa evitare l’intossicazione da ciascun agente chimico. In più, le maschere difendono solo il volto, ma molti agenti agiscono
indifferentemente su tutto il corpo, sviluppando la loro azione nociva attraverso la pelle.

Per quanto riguarda una possibile azione terroristica nei supermercati o nelle grandi catene di distribuzione alimentari, si può senz’altro dire che questa periodicamente effettua severi controlli per garantire la sicurezza igienica e sanitaria dei cibi, così come tutela l’acquirente da eventuali frodi e manipolazioni.

Anche in questo caso è bene ricordare che il sistema di distribuzione commerciale è articolato in modo che si verificasse un caso di avvelenamento dovuto ad un cibo, si riuscirebbe immediatamente a
risalire all’alimento ed a toglierlo dalla vendita.

LE POSSIBILI ARMI BATTERIOLOGICHE

L’Antrace

È una malattia infettiva che si manifesta in varie forme. È provocata da un batterio, il bacillus Anthracis, le cui spore possono essere inalate. L’infezione, però può essere contratta anche per contatto.

Come si manifesta?

Si manifesta con forti difficoltà respiratorie e febbre. Esiste anche una forma cutanea, cioè che interessa la pelle, che si trasmette dal contatto con animali malati. In questo caso, si manifesta con pustole sulla pelle.

Come si cura?

Il farmaco di prima scelta, cioè utilizzato più spesso per combattere quest’infezione, è la penicillina, ma possono essere utili anche altri antibiotici che vanno presi il prima possibile. Esiste il vaccino.

Il Botulismo

È una seria intossicazione provocata da una neurotossina prodotta da un batterio, il Clostridium botulinum, detto Botulino.

È dovuto all’ingestione di cibi che contengono le spore del batterio.

Come si manifesta il botulismo?

Si manifesta dopo 12-36 ore dall’ingestione del cibo contaminato. I sintomi più comuni sono: vertigini, nausea, dolori addominali, diarrea, disturbi neurologici e, successivamente, forme diverse di paralisi.

Come si cura il botulismo?

Esiste un siero antitossico specifico contro la tossina botulinica, che può formarsi in modo naturale in insaccati o in conserve casalinghe. Non esiste il vaccino.

Le febbri virali emorragiche

Vengono chiamate anche VHF, una sigla che sta per Viral Hemorrhagic Fevres, cioè febbri dovute a virus che provocano anche emorragia.

Le VHF sono provocate da diversi tipi di virus: tra questi quello più rischioso è l’Ebola.

Non è ancora chiaro come molti dei virus che provocano le VHF si trasmettano all’uomo.

Si sa soltanto che alcuni di questi microrganismi vivono in certi animali e da qui possono passare all’uomo.

Come si manifesta la VHF?

I sintomi variano in base al Evirus che provoca la VHF.

In linea generale, però, tutte si manifestano con febbre alta, dolori muscolari, emorragie, cioè abbondanti perdite di sangue.

Come si curano le febbri virali emorragiche?

Sole per alcune VHF sono stati utilizzati antivirali, ossia prodotti capaci di combattere i virus, in ogni caso la cura principale è quella che cerca di intervenire sui sintomi.

Esiste un vaccino, ma solo per alcune. Allo stato attuale, è disponibile il vaccino contro il virus della febbre gialla e dell’emorragica argentina, mentre per quanto riguarda l’Ebola, un recente studio
pubblicato sulla rivista scientifica (Nature) annuncia che il preparato è stato sperimentato sui macachi.

La Peste

È una malattia tipica dei roditori. È causata da un batterio, la Yersina pestis, che viene trasmesso agli uomini con la puntura di pulci o altri insetti che vivono sui topi malati.

Esistono tre tipi di peste:

  1. bubbonica,
  2. setticemica
  3. polmonare.

Tutte hanno un periodo di incubazione da 1-2 a 6-8 giorni.

Hanno esordio brusco con febbre, brividi di freddo, nausea, vomito. La bubbonica, che è la forma più seria, è caratterizzata dall’ingrossamento dei linfonodi.

Come si cura?

Si può curare con gli antibiotici (streptomicina, tetraciclina e altri), che vanno però presi il prima possibile.

Il Vaiolo

È una malattia contro cui, fino a 25 anni fa, la vaccinazione era obbligatoria per tutti. Ora, però, il virus che lo provoca è stato debellato e viene conservato solo in due laboratori in tutto il mondo: uno negli Stati Uniti e uno in Russia. Esistono due forme della malattia: la più comune è la variola minor, la più seria, invece, si chiama variol maior. Si trasmette per vie respiratorie.

Come si manifesta?

Ha un periodo d’incubazione abbastanza lungo, di circa 12 giorni. Provoca febbre, affaticamento, dolori muscolari e manifestazioni cutanee, cioè eruzioni sulla pelle come pustole e croste che, cadendo, lasciano profonde cicatrici.

Come si cura?

Per quanto riguarda la cura si possono solo allievare i sintomi. Esistono un vaccino, ma non viene più prodotto, anche se ne esistono le scorte. Per quanto riguarda il vaiolo c’è da dire infine che tutta la popolazione che allora ha fatto il vaccino ha certamente un sistema immunitario più forte, rispetto a chi non è mai stato coperto da questa vaccinazione, anche se però con il passare del tempo la protezione data del vaccino tende a diminuire.

La Tularemia

È una malattia infettiva provocata da un batterio, la Francisella Tularenis, considerato uno dei germi più pericolosi. Si trasmette per inalazione, attraverso il contatto con insetti o roditori malati e tramite l’ingestione di acqua o cibo infetto.

Come si manifesta?

Ha un’incubazione che va dai 2 ai 5 giorni. Si manifesta con disturbi respiratori molto seri.

Come si cura?

Si ricorre agli antibiotici, come streptomicina o tetracicline.Non esiste un vaccino, ma forse sarà pronto presto. Alla FDA (l’ente americano che controlla i farmaci) è in revisione un vaccino che sembra
efficace contro la Tularemia.

LE POSSIBILI ARMI CHIMICHE

Cianuro idrogenato

È un veleno. Può essere allo stato liquido o gassoso, è incolore e molto infiammabile, emana vapori tossici e ha una forte capacità esplosiva. Se si inala, si rischia il soffocamento, mentre l’esposizione provoca seri danni agli occhi, alla pelle e alle vie respiratorie. La cura varia in base al modo in cui si è stato esposti a questa sostanza. In tutti i casi, comunque, è necessario respirare aria pulita e fare sciacqui con acqua.

Clorina

È un gas più pesante dell’aria. Ha un odore forte e un colore giallo-verde. Può incendiarsi o esplodere. Il contatto diretto porta all’ustione e alla lacerazione dei tessuti della pelle e degli occhi. L’inalazione,invece, provoca serie difficoltà respiratorie e danni spesso irreversibili ai polmoni. Bisogna subito lavare tutto il corpo, compresi gli occhi, con acqua fresca. È fondamentale cercare di respirare subito aria pulita.

Mostarde solforose

Sono agenti chimici che allo stato puro sono incolori, ma di solito si presentano con un colore marrone. Emanano un odore che somiglia alla mostarda. I vapori possono essere assorbiti dagli occhi, dalla pelle, e dalle mucose, provocando una diminuzione dei globuli rossi e di quelli bianchi. Danno anche intossicazione gastrointestinali.

Sarinè

un gas che aggredisce il sistema nervoso centrale, non ha odore né sapore. Genera difficoltà respiratorie, sudorazione e salivazione eccessiva, profonda stanchezza, perdita di coscienza e paralisi dei muscoli volontari del corpo. Esistono antidoti, ma la prima cosa da fare in caso di intossicazione è togliersi gli abiti e lavare tutto il corpo, compresi gli occhi.VX

Si tratta di una sostanza che può essere liquida o gassosa, inodore, capace di agire sui nervi, infatti agisce sul sistema nervoso, bloccando la respirazione o il battito del cuore.

Per aiutare una persona che è stata intossicata da VX, il medico le può subito iniettare atropina (un farmaco capace di rilassare tutta la muscolatura).